La qualità delle foto non è delle
migliori a causa delle ripetute riproduzioni dagli originali. Le immagini
scelte non sono attuali ma d’epoca.
Questa è mia sorella
Angela, la prima nata. La seconda foto da sinistra (1946) la riprende in Via
Roma, davanti al negozio, di cui si intravvede la vetrina. La terza (1955) è
stata fatta all’interno dello studio, si nota uno dei primi flash elettronici.
L’ultima è particolare, oltre che per i soggetti in primo piano, per lo sfondo
in cui si vede chiaramente il castello, “la Castelluccia”, allora visibile
anche dal terrazzo del Palazzo Ragone in Via Roma. Ora si vede solo molto
cemento e una cittadina più che raddioppiatasi nel numero degli abitanti.
Qui, invece è
Matteo, il secondo, che morì nel 1946 per l’incendio dello studio fotografico.
Le foto risalgono al 1939/40. L’ultima riguarda Angela e Matteo.
Foto a sinistra, Vincenzo, il terzo, per tutti
Enzo, nel 1948; subito dopo nel 1958 e nella nostra prima automobile di
famiglia, una Seicento. Andatevi a guardare anche quest’altro
gruppo di foto, in cui guida con il braccio destro ingessato.
Mia sorella Rita, a mare (1947/1948) e nella
foto ricordo della Prima Comunione, nello Studio Fotografico (1952).
Mio fratello
Matteo nel nostro studio fotografico (1952). Nella seconda foto in una
manifestazione in cui la Madonnina venne portata in giro per le case di
Battipaglia (1955), con accanto Bruno Carleo. A sinistra è riconoscibile il
signor Micucci, che aveva un negozio di articoli sacri accanto al Santuario
della Madonna della Speranza. Nella terza foto Matteo è ritratto nella divisa
da Ufficiale dell’Esercito nel priodo del servizio militare. Come aneddoto, a
seguito dei rinvii per lo studio, ci trovammo a fare il militare
contemporaneamente: il giorno in cui lui fece il giuramento a Viterbo io entrai
nel CARTC di Avellino per iniziare il servizio militare con il grado di
Cavaliere (in termini più espliciti, soldato semplice dell’Arma della
Cavalleria).
Questo infine
sono io. Nella prima foto, del 1951, sono ritratto mentre sono immerso nel
“caccavotto”, una grossa pentola che veniva utilizzata essendo alimentata dal
fuoco sottostante. Era una delle cucine dell’epoca. Nella seconda (1954) con il
mio paperotto. Nella terza, del 1958, il ricordo della mia Prima
Comunione: è una foto a cui sono molto
affezionato perché, oltre a rammentarmi l’emozione del momento religioso,
testimonia il fatto che avevo (e sottolineo avevo) capelli molto folti. E’
anche una specie di lezione di vita: “Nulla dura se non viene curato”!
Nella prima
foto, mia madre con mia sorella Angela, Matteo I e Caterina Ricciulli sulla Castelluccia
(1938). Nella seconda sul Lungomare di Salerno (1952), ancora mia madre con
Matteo II, Enzo e Rita. Nella terza, Rita, io e Matteo (1953).